Buongiorno;vista l’assenza di veri passi avanti nella questione dell’insolvenza greca, la propensione al rischio è stata contenuta. Tuttavia, poiché i mercati USA erano chiusi per festività, la capacità dei mercati di reagire ai negoziati greci è stata limitata. Gli indici azionari asiatici hanno avuto un andamento contrastato: il Nikkei ha ceduto lo 0,01%, mentre il Composite di Shanghai e l’Hang Seng hanno guadagnato rispettivamente lo 0,15% e lo 0,71%. I dati cinesi hanno mostrato che, nelle 70 città cinesi monitorate, a gennaio il prezzo medio delle case nuove è sceso a causa della flessione della domanda degli acquirenti, nonostante le modifiche alla politica volte a rendere meno stringenti le regole sui mutui e a semplificare quelle sui prestiti. I mercati europei dovrebbero subire pressioni a vendere perché, stando alle ultime notizie, i negoziati fra Grecia ed Europa sono falliti. Sui mercati valutari, le preoccupazioni per la Grecia si sono manifestate sulle operazioni in EUR e JPY. Inizialmente sostenuta dai commenti del ministro delle Finanze greco Varoufakis, che si era detto pronto ad approvare una bozza del commissario dell’UE Moscovici per una proroga dell’accordo sul credito, la coppia EUR/USD ha compiuto un rally fino 1,1367. Tuttavia, le notizie successive hanno capovolto l’ottimismo iniziale e l’eurodollaro è sceso a 1,1322; il rally di recupero che ne è seguito non è riuscito a generare una domanda consistente (mercato sfinito dai lanci d’agenzia). Per il momento i supporti di breve termine a 1,1320 e 1,1250 dovrebbero essere al sicuro, salvo che non si concretizzino le peggiori delle ipotesi (fra cui “l’uscita della Grecia” o “Grexit&rdquo, il prezzo dovrebbe comunque rimanere sotto la resistenza a 1,1535. Anche lo JPY racconta una storia simile, l’andamento è stato determinato dai lanci d’agenzia. Dopo un lieve rally, gli acquirenti si sono volatilizzati e l’USD/JPY è sceso da 118,65 a 118,45. Considerando il sentiment negativo intorno alla Grecia, lo yen avrà un andamento instabile e non si svilupperanno posizionamenti veri e propri. Gli stop locali stazionano sotto il supporto a 118,10 (61,8% del ritracciamento di Fibonacci sul rialzo da 116,64 a 120,4). Ormai si avvicina l’ora della verità per la Grecia. Secondo il quotidiano Ekathimerini, la Grecia ha tempo fino al 20 febbraio per chiedere una proroga dell’attuale programma di salvataggio. Alla fine della settimana, se non ci sarà un accordo fra regolatori europei e greci sulla proroga del programma, l’ELA (linea di liquidità d’emergenza) della BCE verrà chiusa (con un voto della BCE). Si è detto (anche se non mancano le contestazioni) che il governo avrebbe capitale sufficiente per funzionare per qualche mese ma le banche finiranno presto il capitale a disposizione. In uno scenario del genere, le banche dovrebbero frenare la prevista massiccia fuga di capitali, si dovrebbero introdurre misure di controllo sui capitali. I mercati continuano a prevedere un accordo sulla Grecia, gli esperti mettono in conto una probabilità del 18-20% di mancato accordo. Sospettiamo che la Grecia rifiuterà l’ultima proposta e, visto l’impasse fra Grecia ed Europa, la probabilità è molto più elevata. Il ministro delle Finanze greco Varoufakis sembra pronto a ricorrere all’opzione nucleare. Come emerge dai verbali della riunione di febbraio, la RBA ha ritenuto che i rischi per la crescita fossero tali da giustificare un taglio del tasso. Le previsioni d’inflazione rimangono in linea con l’obiettivo del 2-3%. Per quanto riguarda il forex, i membri hanno ripetuto che l’AUD rimane sopra le stime sul suo valore fondamentale a causa del rapido calo dei prezzi delle materie prime. “I movimenti futuri del tasso di cambio saranno influenzati dalle previsioni del mercato sulla politica monetaria, nel paese e all’estero”. Per quanto riguarda la sua posizione equilibrata, la banca ha aggiunto che “un’eventuale, ulteriore svalutazione stimolerebbe la crescita dell’economia interna ed eserciterebbe una temporanea pressione al rialzo sull’inflazione”. Per quanto riguarda la tempistica, i membri hanno deciso di tagliare a febbraio e non in marzo per fornire ulteriori dettagli sull’intervento nel Comunicato sulla Politica Monetaria. I verbali meno accomodanti della RBA hanno spinto l’AUD/USD a 0,7810. Poiché si prevedono altre coperture di corti, per l’AUD/USD ci concentriamo sulla resistenza a 0,7845 e sulla barriera chiave a 0,7882. Buon Lavoro.

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